ALTO TRAGITTO



Salgo come un lupo queste balze dirupate,
come un predone signore del tempo.
Trapasso le cime e scendo
rapido danzando ai torrenti.

Mi fermo ai primi larici solitari,
agli anfratti silenti tra i massi

giganti delle frane.
Parlo ai luoghi col linguaggio degli eventi,
alla pietra parlo, al vento sferzante.
E poi che il giorno scende, scendo alla piana,
e le note che ho tratto
dai silenzi montani modulo
con la voce del nomade
irta e melodiosa.
Al tramonto risalgo i pendii
sulle piste antiche,
sui sentieri abbandonati;
risalgo alla mia vasta casa,
ai verdi piani delle altezze.
E quando il sole se ne va
sono lo zingaro che gli offre

il volto innamorato,
che possiede soltanto il suo nudo coltello,
la mente affilata e l’agile piede.
Sono l'uomo che al sorger dell'ombra
accende il suo piccolo fuoco
e, a quella luce profonda,
si ravvolge in un mantello d'amore

e si addormenta sotto le stelle.